REDAZIONE VARESE

Varese, nuova doccia fredda alla Meta System: il fondo tedesco rinuncia (per ora) a fare un’offerta d’acquisto

Sul fondo Certina erano puntate le speranze di dipendenti e sindacati dell’azienda in crisi di Mornago, dopo scioperi a oltranza e minacce di chiusura dei due stabilimenti varesino ed emiliano. Domani 2 aprile nuovo incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy

Uno dei tanti scioperi organizzati dai lavoratori della Meta System

Uno dei tanti scioperi organizzati dai lavoratori della Meta System

Mornago (Varese), 1 aprile 2025 – Torna a complicarsi la situazione dell'azienda Meta System, realtà che realizza sistemi elettronici per il settore dell'auto, con 700 dipendenti tra Reggio Emilia e Mornago (sono 250 quelli impiegati in provincia di Varese). L'offerta d'acquisto da parte del fondo tedesco Certina, attesa entro ieri sera, non è infatti arrivata, mentre risulta confermato il vertice di domani 2 aprile al Ministero delle Imprese su cui sono puntati gli occhi e le speranze degli operai. "La crisi di Meta System – sottolineano i sindacati che stanno seguendo da mesi, con attenzione e preoccupazione, la vertenza – è una questione di rilevante interesse pubblico sia per l'impatto economico e occupazionale sia per il rischio di perdita di un presidio produttivo strategico per l’Emilia Romagna (il sito produttivo principale si trova a Reggio Emilia, ndr) e per la provincia di Varese".

Il presidio davanti al Ministero delle Imprese a Roma due mesi fa
Il presidio davanti al Ministero delle Imprese a Roma due mesi fa

Iniezione di fiducia e liquidità

Per l’azienda del settore automative, in stato di crisi da tempo, ancora a dicembre era stato calcolato in 170, 180 milioni di euro l’iniezione di liquidità necessaria per scongiurare la crisi definitiva dei due poli produttivi. Con la mancata acquisizione da parte del fondo tedesco la situazione si complica anziché semplificarsi. “Quel che continuiamo a voler evitare è che si faccia uno “spezzatino” della Meta System, auspicabile piuttosto la vendita in blocco – avevano sottolineato ancora i sindacati –. Chi ha gestito finora l’azienda non ha risorse, non ha un piano industriale e ha trascinato l’azienda sul baratro: oggi deve almeno permettere il confronto coi nuovi potenziali investitori per garantire la continuità aziendale e il pagamento degli stipendi di tutti, sia dipendenti diretti sia di chi lavora in appalto. Occorre mantenere l’integrità aziendale, garantire l’occupazione, ricapitalizzare e investire velocemente, mettere basi al futuro. Ma bisogna fare presto”.

I sindacati stanno seguendo con attenzione la crisi e la vertenza di Meta System
I sindacati stanno seguendo con attenzione la crisi e la vertenza di Meta System

Sciopero a oltranza

Ancora lo scorso 20 marzo le lavoratrici e i lavoratori di Meta System avevano deciso di sospendere lo sciopero – che era stato proclamato a oltranza – sia a Reggio Emilia sia a Mornago di Varese, nell’attesa dell’incontro con il Fondo Certina inizialmente previsto per il 24 marzo.  Meta System, in crisi anche per le difficoltà legate al settore automotive, produce schede per batterie di auto elettriche (tra i clienti anche il gruppo Stellantis, Bmw, Porsche, Volvo e Unipol, per quest'ultima realizza le "scatole nere" per assicurazioni). A dicembre scorso la proprietà, la multinazionale cinese Deren e altri fondi di investimento cinesi, si era vista respingere dal tribunale fallimentare reggiano la domanda di "composizione negoziale della crisi”.

Il segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini, davanti ai cancelli dell'azienda
Il segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini, davanti ai cancelli dell'azienda

Era così emerso che la nuova proprietà avrebbe maturato 235 milioni di debiti, in gran parte verso fornitori. Nell'ultimo tavolo di metà febbraio al Ministero delle Imprese) erano poi emerse almeno due proposte – su tre arrivate – in campo per rilevare l'azienda. Due nuovi investitori interessati ad acquisire la Metasystem. Uno di questi, oggi, ha dato forfait.