Lavena Ponte Tresa, 27 dicembre 2015 - Siglato il nuovo accordo con la Svizzera destinato a mandare in pensione quello del ’74 con una clausola “salva-dignità” per i frontalieri. Il testo, come ha spiegato il segretario di Stato della Confederazione per le questioni finanziarie internazionali, Jacques de Watteville, prevede infatti una clausola di salvaguardia: «La firma e il processo di ratifica dell’accordo sui lavoratori frontalieri sono subordinati all’assenza di ogni forma di discriminazione e alla individuazione di una soluzione “euro-compatibile” nell’adeguare la legislazione svizzera al risultato del voto popolare sull’iniziativa del 9 febbraio 2014» che prevede l’introduzione di quote sul numero di frontalieri che potranno lavorare in Ticino.
L’accordo, parafato, ossia siglato dai due Paesi, introduce le novità già annunciate da mesi, ossia la tassazione riservata alla Svizzera sul 70% dei redditi prodotti dai frontalieri in Svizzera, che d’ora in avanti dovranno presentare una dichiarazione dei redditi in Italia, dove saranno tassati con aliquote progressive, arrivando a equiparare questi lavoratori a tutti gli altri, aumentando così la pressione fiscale che grava su di loro, ma tenendo conto in detrazione di quanto già versato in Svizzera così da non avere una doppia imposizione. una soluzione che inasprirà la pressione fiscale ma che manda anche in pensione il meccanismo dei ristorni, visto che la tassazione sarà ora raccolta direttamente da Roma che, da parte sua, si è impegnata a girare nuovamente sul territorio.
Un meccanismo complesso, e mai sperimentato prima, che non piace da sempre ai sindaci di frontiera. «Molto preoccupato» si dice da mesi il sindaco di Lavena Ponte Tresa, Pietro Roncoroni, presidente dei turno dei primi cittadini di frontiera: «Nell’accordo di massima il ristorno non viene toccato, tutto però sarà rinviato al testo della legge e a come sarà scritto: sino a oggi siamo stati garantiti dall’accordo del ’74 che essendo bilaterale non era modificabile da una Finanziaria, se così ora non sarà più resteremo in balìa ogni anno di ogni Governo. A oggi abbiamo poche certezze su come verrà scritta la legge, e poche certezze sul carico fiscale per i frontalieri: all’orizzonte si sta profilando un peggioramento economico, un peggioramento fiscale e tante incertezze».