REDAZIONE VARESE

Varese, la Metasystem precipita di nuovo nella crisi e i 250 dipendenti scioperano a oltranza. I sindacati contro la proprietà cinese: “Impegni di rilancio disattesi”

Dopo sette giorni di sciopero ininterrotto a febbraio la vertenza sembrava risolta. Ora la doccia fredda: la decisione dei vertici dell’azienda del settore automative di disattendere l’incontro al Ministero delle Imprese fissato per il 19 marzo

Il presidio dei lavoratori questa mattina davanti ai cancelli della Metasystem

Il presidio dei lavoratori questa mattina davanti ai cancelli della Metasystem

Mornago (Varese), 17 marzo 2025 – È di nuovo precipitata la situazione alla Metasystem di Mornago e Reggio Emilia, di proprietà cinese, dopo che un mese fa si erano accese le speranze di riuscire a salvaguardare i posti di lavoro. A febbraio, dopo sette giorni ininterrotti di sciopero, i 450 dipendenti emiliani e i 250 varesini sembravano aver visto nuove prospettive per il proprio futuro. Che oggi sembrano essersi di nuovo spente. La situazione di crisi dell'azienda di proprietà cinese che produce componenti elettrici per il settore dell'auto  è infatti di nuovo precipitata. La ripresa della mobilitazione, con un presidio davanti ai cancelli, è stata decisa nelle assemblee di venerdì scorso indette da Fiom Cgil e Uilm Uil, secondo cui tutti gli impegni presi dall'azienda nelle scorse settimane, anche a seguito di un incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, sono stati disattesi: “Lo sciopero è a tempo indeterminato – hanno annunciato i sindacati – e la sua conclusione ci sarà solo su decisione dei lavoratori in assemblea e quando avremo ottenuto risultati concreti".

La manifestazione questa mattina davanti allo stabilimento reggiano
La manifestazione questa mattina davanti allo stabilimento reggiano

L’incontro che rischia di saltare

A giudizio delle organizzazioni sindacali "il 28 febbraio gli advisor si erano impegnati, sia nei confronti del sindacato sia nei confronti dei commissari a redigere un piano industriale minimo che prevedesse al suo interno gli accordi commerciali con i principali clienti (Bmw, Porsche, Volvo, Unipol) e gli impegni industriali sul territorio italiano ad essi collegati, in modo da aver certezza anche del futuro occupazionale dell'azienda: il nostro scopo era ed è quello di firmare un accordo sindacale in sede ministeriale con questi impegni, che al momento sono ancora tutti però solo a parole, senza alcuna certezza". Inoltre, viene evidenziato, "la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha portato i lavoratori in sciopero è arrivata mercoledì scorso, quando l'azienda si è resa indisponibile all'incontro del 19 marzo convocato dal Ministero del Made In Italy".

Una montagna di debiti

Meta System, in crisi anche per le difficoltà legate al settore automotive, produce schede per batterie di auto elettriche (tra i clienti anche il gruppo Stellantis, Bmw, Porsche, Volvo e Unipol, per quest'ultima realizza le "scatole nere" per assicurazioni). A dicembre scorso la notizia che la proprietà, la multinazionale cinese Deren e altri fondi di investimento cinesi, si era vista respingere dal tribunale fallimentare reggiano la domanda di "composizione negoziale della crisi”. La nuova proprietà avrebbe maturato 235 milioni di debiti, in gran parte verso fornitori. 

Proposte alternative

Nell'ultimo tavolo di metà febbraio al Mimit (il Ministero delle Imprese) erano poi emerse almeno due proposte – su tre arrivate –  in campo per rilevare l'azienda. Due nuovi investitori interessati ad acquisire la Metasystem. Inoltre sia Bmw che Volvo avevano confermato di voler proseguire i contratti in essere. Nello specifico Volvo aveva assicurato lo sviluppo di un nuovo prodotto da realizzare in Italia, mentre Bmw si era impegnata a non delocalizzare la produzione in Slovacchia.