Varese – Il risultato finale garantiva già di per sé una situazione pirotecnica: Città di Varese-Crema, 4-4. Fin qui si è nel novero della contesa calcistica. Ciò che però è accaduto dopo nella sfida di calcio femminile d’Eccellenza del Varese è stato anche più pirotecnico. Ma appartiene a quei fuochi d’artificio che, nel mondo della sfera di cuoio, non si vorrebbero mai vedere esplodere. È il referto di fine gara emesso dall’arbitro a fotografare nitidamente l’accaduto: «Sostenitori del Varese e alcune giocatrici – si legge nel referto del giudice sportivo – offendevano pesantemente l’arbitro minacciandolo, lo attendevano a fine gara, dopodiché veniva accerchiato dai tifosi che lo applaudivano ironicamente. Alcuni di essi con atteggiamento minaccioso lo costringevano a rifugiarsi nello spogliatoio».
Poi arriva l’accusa più grave: «Nessuno dei responsabili interveniva a difesa del direttore di gara». In definitiva non proprio un comportamento ispirato alla più genuina logica decoubertainiana. E le sanzioni conseguenti a tutto questo non potevano naturalmente mancare: una gara che si dovrà giocare a porte chiuse, allenatore e staff con una squalifica da scontare per un paio di mesi, multa alla società, un dirigente fino a metà giugno out, cinque giornate di squalifica alle giocatrici Rebecca Mauro e Letizia Benotti. Queste ultime, dopo avere ricevuto la seconda ammonizione ed essere così espulse, hanno, sempre secondo il referto, «offeso pesantemente il direttore di gara».
Per proteste verso l’arbitro il direttore Claudio Vincenzi è stato inibito fino al 14 giugno 2023, fino al 12 luglio durerà invece l’inibizione per Andrea Bottarelli, Omar Cremona e Antonino La Tella. Non una bella pagina di sport, quindi, ma un episodio che la squadra femminile del Cdv deve mandare al macero al più presto. Dal canto suo, il presidente Stefano Amirante commenta: «Mi riservo di compiere le opportune verifiche su quanto è accaduto».