IVAN ALBARELLI
Cronaca

L'assemblea dei milanesi esasperati dalle attese di tram e bus: “Atm affronti con urgenza la situazione, siamo stufi di aspettare”

Contestata l’assessora comunale Arianna Censi: “La sua narrazione non corrisponde alla realtà di migliaia di viaggiatori, che per disperazione e per i disservizi dei mezzi di superficie sono tornati a usare la macchina”

Viaggiatori in attesa di un tram, o di un bus, che non arriva. Una delle tante immagini pubblicate sulla pagina Facebook "Aspettami"

Viaggiatori in attesa di un tram, o di un bus, che non arriva. Una delle tante immagini pubblicate sulla pagina Facebook "Aspettami"

Milano, 2 dicembre 2024 – Un’assemblea partecipata, movimentata e “arrabbiata”. Con l’Azienda dei trasporti sul banco degli accusati. I milanesi – soprattutto tantissime donne – esasperati dalle attese alle fermate di tram e autobus, tra ritardi pure in orari di punta anche di oltre trenta minuti e corse soppresse, si sono dati appuntamento nella sala parrocchiale di via Kolbe, in zona viale Corsica, per contestare “la narrazione fatta dall’assessore del Comune di Milano Arianna Censi – racconta Adriana Berra, una delle capofila della protesta che da mesi “viaggia” sui social, come la pagina Facebook “Aspettami, milanesi in attesa dell’autobus” –, che continua a parlare di mobilità sostenibile, mobilità dolce, quindi biciclette, monopattini e la favolosa M4 senza mai seriamente affrontare la questione dei mezzi di superficie, che non passano. Una narrazione totalmente scollata da quella che è la realtà che viviamo tutti i giorni”.

Dal luglio scorso, come abbiamo già raccontato, chi è costretto ad attese snervanti di bus e tram alle fermate tempesta la pagina creata ad hoc da Adriana Berra di denunce, proteste e sfoghi puntualmente corredati di foto di display presenti sotto le pensiline che indicano passaggi dei mezzi diradati, con tempi d’attesa che fino a pochi anni sarebbero stati impensabili a Milano, almeno nella fascia diurna.

Dal Gratosoglio con furore

All’incontro pubblico c’erano anche altri comitati di quartiere, come quello del quartiere Basmetto (zona Gratosoglio). La sua “paladina”, Sonia Ferrari, ha approfittato dell’incontro per fare un riassunto di tutte le azioni finora intraprese contro i disservizi – petizioni, lettere alle autorità competenti tra cui l’Ispettorato della funzione pubblica, reclami ufficiali, assemblee e manifestazioni in piazza –  ma anche delle mosse successive che si potrebbero intraprendere nei confronti di Atm, come “la richiesta di stilare una carta dei servizi coi cittadini che preveda anche indennizzi, una petizione affinché l’azienda accordi ai milanesi un bonus del 30% sugli abbonamenti 2025 e anche una possibile class action”. 

Per stemperare la frustrazione si fa ricorso all'ironia
Per stemperare la frustrazione si fa ricorso all'ironia

La 73 “rinata” non convince

Chi dovrebbe rtitenersi soddisfatto è il comitato per il ripristino della 73, la storica linea bus che collega(va) l’aeroporto di Linate al centro storico. Prima soppressa con l’apertura della M4, poi a suon di proteste, firme e battaglie riportata in vita fino in piazza Ovidio e, dal 30 novembre, fino in piazza Cinque Giornate. In realtà, Cecilia De Santis ed Eleonora Rettani del comitato “Corsica” e “La 73 non si tocca” hanno parlato senza mezzi termini di “soluzione inadeguata”. 

Alla ricerca di autisti

Alla base di ritardi, soppressioni e attese spasmodiche e di un servizio di trasporto di superficie crollato per indici di soddisfazione e qualità, c’è il nodo – che al momento sembra irrisolvibile – della mancanza di autisti. E anche le rassicurazioni in questo senso dei vertici dell’azienda sembrano non convincere, non solo comitati e cittadini, ma anche gli stessi sindacalisti. “Mancano nell’organico di Atm almeno 500 autisti, non 300 com’è stato dichiarato dall’azienda – spiegano Giuseppe Intiso del sindacato Stas e Claudio Signore e Giuseppe Battipaglia di Al Cobas –. Inoltre, l’azienda non vorrebbe aumentare i costi per il personale per arrivare con le spese più basse possibili, e quindi per poter offrire il prezzo più basso, in vista del prossimo bando per il trasporto pubblico nel 2026”.

I vertici di Atm all'inaugurazione della prima metropolitana di Salonicco, seconda città greca, gestita da Atm. Primo da sinistra l'amministratore delegato Arrigo Giana; in abito rosso la presidente Gioia Ghezzi
I vertici di Atm all'inaugurazione della prima metropolitana di Salonicco, seconda città greca, gestita da Atm. Primo da sinistra l'amministratore delegato Arrigo Giana; in abito rosso la presidente Gioia Ghezzi

“Vivere a Milano è difficile”

Carenza di personale alimentata da salari che non riescono a stare al passo col carovita a Milano: “Gli stipendi dei conducenti sono del tutto inadeguati ai costi dell’abitare e del vivere in questa città”. Per i vertici di Foro Buonaparte i buchi in organico – e quindi il ripristino di frequenze “normali” – dovrebbero risolversi entro la primavera del prossimo anno. Così si sarebbe espresso l’amministratore delegato Giana. Ma sempre poche settimane fa, la sua garanzia sarebbe stata indirettamente contraddetta dal direttore generale di Atm Del Buono, ascoltato dalla commissione Mobilità, secondo cui il livello di servizio dei mezzi di superficie potrebbe tornare a essere accettabile per la fine del 2025.

Avranno tutta questa pazienza milanesi e comitati? Da una prima impressione si direbbe di no. “Ci ritroveremo per una nuova assemblea fra gennaio e febbraio in una zona più centrale della città, per permettere anche ai comitati della zona ovest di Milano, anche loro oggi alle prese con la riorganizzazione al ribasso delle linee di superficie dopo l’arrivo della M4, di intervenire” è la promessa.