Melegnano (Milano) – “Una ragazza estrosa, particolare anche nel modo di vestire. In casa ci sono ancora le sue foto, ma i ricordi stanno soprattutto dentro di noi. Parliamo spesso di lei ed è giusto così, perché lei c’è”. Paolo Pozzi e Angela Bedoni sono i genitori di Lucia, la scout 17enne di Melegnano, studentessa al liceo artistico di Lodi, che il 24 dicembre 2004 venne travolta e uccisa da un Suv mentre era ferma con le amiche sul marciapiede di via Frisi, a Melegnano.
La ragazza era appena uscita dalla messa di Natale. Lanciato a 95 chilometri all’ora nel centro città, il Suv, il cui conducente aveva bevuto, ha urtato con forza un’altra auto, proiettandola come una scheggia impazzita verso il gruppo di amiche. Lucia è morta tra la saracinesca di un negozio e il portone di una casa. Da quel giorno Paolo e Angela convivono con un dolore che il tempo non è riuscito a lenire.
“L’investitore non si è fatto neppure un giorno di carcere, ha avuto solo sei mesi di sospensione della patente. Erano altri tempi, la legge sull’omicidio stradale è stata introdotta parecchi anni dopo. Da lui nemmeno un cenno nei nostri confronti, se escludiamo una lettera scritta durante il processo”. Pur travolti da un dramma indicibile, marito e moglie hanno cercato di trasformare il dolore in qualcosa di costruttivo. Sono stati tra i fondatori di un comitato, “Vivere meglio la città“, che si adopera per cercare di aumentare la vivibilità e la sicurezza di Melegnano. Un impegno, attraverso il quale “abbiamo cercato di dare un senso a una cosa, la perdita di un figlio, che senso non ha”.
“Ci vorrebbero più controlli e zone 30 – entra nel dettaglio papà Paolo –. Ora le nuove norme del Codice stradale complicheranno ulteriormente la situazione, limitando i poteri degli enti locali e rendendo le strade ancor meno sicure per pedoni e ciclisti. Abbiamo provato a intavolare, su questo tema, un dialogo col Comune di Melegnano, ma non abbiamo ricevuto riscontri”. Paolo e Angela hanno partecipato, domenica a Melegnano, a un flash mob per le vittime della strada. “Se fosse viva, Lucia sarebbe stata lì con noi”. A ricordarla ancora oggi, oltre ad amici e conoscenti, c’è il fratello Lorenzo, 33enne. Da qualche anno fa parte della famiglia anche Bakari, 27enne senegalese adottato dai Pozzi. “Lui non l’ha conosciuta, ma gli abbiamo raccontato tutto”.