La Ceciata di Ognissanti. Serviti 400 borghigiani

La tradizione risale al 1881, l’intento era dare un pasto caldo ai poveri. Ieri alcuni piatti sono andati alla mensa interna della Casa del Giovane .

La Ceciata di Ognissanti. Serviti 400 borghigiani

La tradizione risale al 1881, l’intento era dare un pasto caldo ai poveri. Ieri alcuni piatti sono andati alla mensa interna della Casa del Giovane .

Nata nel 1881 con l’intento di offrire un pasto caldo ai più poveri, è stata riproposta ieri in Borgo Ticino la tradizionale Ceciata di Ognissanti. A beneficiarne, oltre 400 persone tra chi ha mangiato seduto al tavolo della Locanda del Ticino e chi si è presentato con il “padlot“ (una ciotola) per portare a casa la pietanza. Cinque i pentoloni dove sono stati cucinati 30 chili di ceci insaporiti con manzo, cotenne e condimenti assortiti. "Tradizionalmente la ceciata era pensata per i poveri – ricorda Stefano Schinelli dell’associazione Meistoinburgh, che ha organizzato la manifestazione in collaboraione con i soci della Cooperativa Artigiani e la Locanda del Ticino – Ancora oggi quindi chiunque può presentarsi e ritirare gratuitamente una porzione di zuppa".

Alcuni piatti poi sono stati donati anche alla Casa del giovane, che ha una mensa interna e sempre tanti ospiti. In cucina, a dirigere le operazioni, Enrica Guarnoni: "Hanno passato il testimone a me – sottolinea la cuoca, impegnata con il fratello Gianni e il marito Gino Avenoso – Negli ultimi anni sto dirigendo io la ceciata, mentre prima erano tutti uomini a occuparsene. Ultimamente io ho aiutato, mi hanno trasmesso la ricetta e ora la portiamo avanti come da tradizione".

Ad aiutare Enrica, il marito Gino che giovedì si è rimboccato la maniche per preparare tutti gli ingredienti e ieri ha seguito la cottura e tenuto a bada i commensali, talvolta un po’ indisciplinati. In sala a servire i piatti (zuppa di ceci ma anche un risotto alla pasta di salame e Bonarda e una sella di maialino in lenta cottura con patate e dolce) facendo la spola tra la sala e la cucina anche il vicesindaco Alice Moggi.

"Tanti borghigiani prendono sempre parte alla manifestazione – sottolinea lo chef Giovanni Dell’Oro – e quest’anno abbiamo anche una mostra ad arricchire le pareti del locale". In esposizione a creare un contrasto tra modernità e tradizione ci sono infatti le opere coloratissime dell’artista pavese Matteo Borioli. "La Ceciata è un evento storico – sottolinea l’artista – E farà da cornice una ventina delle mie opere realizzate con il nuovo stile tra il cubismo e il futurismo. Così non sarò più il “marchese della pop art“ ma “futur Borioli“".

Manuela Marziani