Vigevano (Pavia), 28 novembre 2024 – Andrea Ceffa, il sindaco di Vigevano finito agli arresti domiciliari per corruzione, è alla guida della città lomellina dal 2020, eletto al primo turno. Leghista, ha 51 anni, è sposato con Barbara e ha due figli, Edoardo e Francesca Maddalena.
La carriera lavorativa
Dopo il diploma, spiega sul sito del Comune lo stesso Ceffa, “ho iniziato la mia carriera lavorativa in una delle più importanti aziende informatiche del territorio, della quale sono attualmente socio, e mi sono iscritto alla facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Torino, dove mi sono laureato con la specializzazione in Comunicazione multimediale”.
Gli incarichi politici
Ceffa è stato Consigliere provinciale dal 2011 al 2018; Vice Sindaco e Assessore Sicurezza e polizia locale, Politiche sociali, Piano di zona, Politiche della casa, Rapporti con le Organizzazioni no profit, Barriere architettoniche, Protezione civile, Anagrafe, State civile ed ufficio elettorale, Sport, Rapporti con le organizzazioni sindacali, Urbanistica e territorio dal 2010 al 2015; Vice Sindaco e Assessore Attuazione programma di mandato e competenze in materia di Urbanistica, Politiche del lavoro e della casa, Disabilità, Piano di Zona, Rapporti con le Organizzazioni di Volontariato e le Organizzazioni Sindacali, Servizi alla città, Protezione Civile, Sport dal 2015 al 2020. Nel 2020 è stato eletto Sindaco al primo turno. “L’obiettivo che mi sono impegnato a raggiungere è sviluppare percorso integrato di ripartenza per la nostra città che comprenda un esteso piano di rigenerazione urbana”, scriveva ancora sul sito del Comune.
La “congiura di Sant’Andrea”
A fine novembre del 2022 la giunta Ceffa era stata al centro di quella che lo stesso sindaco aveva poi chiamato “congiura”. Tredici consiglieri comunali avevano presentato le dimissioni, che però non erano state valide, così come confermato dal prefetto di Pavia, Paola Mannella. Ma c’era un giallo, una tredicesima lettera, quella che avrebbe fatto saltare il banco, sparita per alcune ore. Per questo l'opposizione unita si era affidata a un prestigioso studio legale milanese per far mettere a punto un esposto che chieda alla Procura della Repubblica di Pavia di fare luce sull'accaduto.
"La crisi è scaturita dal nulla, senza segnali – aveva detto Ceffa – e se anche ci fosse stato del disagio o dell'insoddisfazione, se ne sarebbe potuto parlare". Ma secondo il primo cittadino dietro al fallito “golpe” ci sarebbe stata una regia esterna, un gruppo di persone “molto conosciute in città” che avrebbe accelerato la consegna delle dimissioni. "Se fosse così – aggiunge – sarebbe una cosa da brividi. Sono arrabbiato? No, molto amareggiato per chi ha messo in piedi tutto questo, in una città che nei prossimi tre anni vedrà lavori, già finanziati, per 30 milioni di euro che, in caso di scioglimento del consiglio comunale, sarebbero stati messi a rischio”.